Le cose che non ti aspetti: curiosità e aneddoti sul tartufo
Che il tartufo sia un prodotto in grado di suscitare fantasie e immaginari speciali, dove si passa dai boschi e da territori rurali per arrivare a impreziosire le tavole più lussuose della Terra, è più che assodato, ma questa volta desideriamo raccontarvi come il tartufo e il suo valore di prodotto italiano siano percepiti nel mondo anche a livello culturale. Lo facciamo innanzitutto passando per tavole e nomi prestigiosi, grazie ai ricordi di Olga Urbani, che nel corso della sua lunga esperienza nell’azienda famigliare, oggi possiede qualcosa dal valore inestimabile.
Una ricchezza fatta di incontri, persone, idee innovative e tradizione, una ricchezza umana che segna la lunga storia di un brand la cui ambizione, fin dalle origini, è stata quella di uscire dall’Umbria e dall’Italia per approdare al mondo.
Un mondo che la Urbani Tartufi ha saputo conquistare con impegno e responsabilità e a cui vuole restituire gratitudine, anche condividendo aneddoti e curiosità come quelli che vi proponiamo.
Con il contributo di Olga Urbani
Quella volta in cui Mohamed Al Fayed voleva pagare un tartufo bianco da mezzo chilo.
Ci sono momenti davvero speciali per chi si trova a incontrare personaggi pubblici e prestigiosi che segnano i tanti scenari del nostro mondo. Ricordo che era stato appena attivato il volo diretto Perugia-Londra, e io lo presi per andare a fare visita a Mohamed Al Fayed, proprietario di Harrods. L’intenzione era chiaramente quella di poter vendere i tartufi Urbani e impressionarlo, per cui mi presentai nel suo ufficio con un magnifico tartufo bianco da mezzo chilo.
Ero ancora a quel punto del mio percorso e della mia esperienza professionale in cui era normale per me sentire l’emozione di quel momento – stavo per conoscere personalmente uno dei più grandi colossi commerciali di Londra e lo facevo in veste di venditrice –, ma quella visita fu speciale per altro.
Fu segnata da qualcosa che oggi definirei la meraviglia inaspettata che il tartufo sa donare a qualsiasi contesto. In quel caso, mentre il mio tartufo bianco era ovviamente un dono da parte della famiglia Urbani, Al Fayed fece il gesto di volerlo pagare. Di fronte alla mia sorpresa e alla mia insistenza mi spiegò che lo reputava un regalo dal valore talmente prezioso da non poterlo accettare come tale. Alla fine lo convinsi, ma non dimenticherò mai il significato di quelle parole che esprimevano un rispetto assoluto verso il tartufo e verso tutto ciò che rappresenta, a prescindere dai territori e dai contesti sociali da cui questo frutto della terra proviene e a cui arriva.
Da Churchill a Nixon passando per Alba: come i tartufi Urbani sono arrivati sulle tavole dei Presidenti degli Stati Uniti d’America.
La storia del tartufo Urbani che in occasione del Natale viene donato ai presidenti americani ha origini lontane e si lega a un’antica concorrenza che nel Novecento ha visto protagonisti mio nonno e un suo acerrimo nemico di Alba, Giacomo Morra: mio nonno era considerato il re del tartufo nero, mentre il tartufaio di Alba, ovviamente, quello del tartufo bianco.
Una volta, Winston Churchill ricevette in regalo un tartufo da Alba, fu così che a mio nonno venne voglia di sfidare quel gesto che aveva avuto come autore il suo concorrente, inviando per Natale il suo più bel tartufo a Richard Nixon, il presidente americano che inaugurò questa consuetudine tutt’ora in voga.
Alcune delle gemme e delle storie che è possibile scoprire visitando il Museo del Tartufo Urbani
Una storia straordinaria che racconta da sola la valenza culturale che un prodotto come il tartufo sa esprimere, eppure, la cosa che più mi fa piacere ricordare quando parlo dell’origine di questa abitudine è come sia andata a finire tra mio nonno e il suo concorrente di Alba.
E magari qualcuno di voi lo sa già, dato che Oscar Farinetti nel suo libro Serendipity: A History of Accidental Culinary Discoveries, dedica a questi due tartufai d’altri tempi un intero capitolo.
A un certo punto della storia, tanti anni dopo Nixon, mio nonno ricevette una telefonata in cui proprio Morra in persona gli proponeva di rilevare la propria azienda.
Due tartufai, da sempre nemici in affari, stavano parlando di un’acquisizione che avrebbe visto l’uscita di scena di uno a favore dell’altro. Una storia che parla di valori, caparbietà, rispetto. La trattativa durò un intero weekend e più che un capitolo di un libro è stata una vera comica, a giudicare dai racconti che si sono tramandati in famiglia.
Diciamo che fu una compravendita piuttosto animata, ma alla fine l’acquisizione della tartufaia Morra da parte della Urbani avvenne, ed è ancora oggi in essere. Trovo significativo il fatto che ormai, ogni anno, Urbani e Morra proseguano insieme nella tradizione di donare un prezioso tartufo ai Presidenti degli Stati Uniti d’America.